22 febbraio 2023 | 12.39
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I dati dicono che scende solo grazie al calo dei prezzi dell'energia e la Bce ne terrà conto

L'inflazione scende, è al 10% a gennaio, ma questa non è ancora una buona notizia. Il calo dell'indice dei prezzi al consumo, registrato dai dati definitivi dell'Istat per il primo mese del 2023, è consistente ma porta con sé segnali che non sono del tutto incoraggianti, soprattutto guardando alle decisioni che dovrà prendere la Bce sui tassi di interesse. E' atteso un nuovo rialzo di 50 punti base a marzo, già ampiamente annunciato, e l'andamento della politica monetaria dipenderà dai movimenti dei prezzi nei prossimi mesi.
I numeri, a oggi, dicono che l’inflazione evidenzia un netto rallentamento ma anche che la discesa risente dell’andamento delle componenti più volatili dell’indice dei prezzi al consumo, fortemente condizionato dall’inversione di tendenza dei beni energetici regolamentati (-12,0% su base annua). Restano diffuse, avverte l'Istat, le tensioni sui prezzi al consumo di diverse categorie di prodotti, quali gli alimentari lavorati, gli altri beni (durevoli e non durevoli) e i servizi dell’abitazione, che contribuiscono alla lieve accelerazione della componente di fondo.
E anche guardando al carrello della spesa, le indicazioni restano contrastanti. A gennaio si attenua la dinamica tendenziale dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona da +12,6% a +12,0%, mentre al contrario si accentua quella dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,5% a +8,9%).
L'analisi di questi dati restituisce un quadro ancora all'insegna dell'incertezza....
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