L’espressione del viso è il manifesto sul quale campeggiano sentimenti contrastanti, dalla rabbia per certe cose dette sul suo conto al profondo dispiacere per un epilogo che mai avrebbe voluto si verificasse. Fabio Gallo sceglie una sala ricevimenti come luogo per raccontare la propria versione. Il déjà-vu riporta subito all’estate del 2018 quando in un’altra sala ricevimenti si consumò l’addio di Stroppa. In comune i due tecnici, oltre alle origini lombarde, hanno anche l’ignobile soprannome (“Schettino”) declinato nei loro confronti: “Sono stato paragonato a una persona protagonista di una tragedia in cui sono morte 32 persone. Bisogna pesare le parole”. Ha deciso di andar via per la mancanza di presupposti, motivazione che ‘fa scopa’ con quanto dichiarato da uno dei suoi predecessori poco meno di un anno fa.
“Non mi sono dimesso per motivi economici”
Un foglio compilato fronte-retro, dove ha appuntato le sue verità, per smontare pezzo dopo pezzo la versione di Canonico e Sapio e difendere l’uomo Fabio Gallo “che si è cercato di screditare”. Si parte subito dal contratto. Il tecnico nega che la decisione fosse figlia del mancato rinnovo. Conferma l’esistenza di una carta privata nella quale si formulava una proposta di rinnovo di circa 65mila euro annui in caso di arrivo al quinto posto. Una carta che, però, non è mai stata depositata. Gallo, per mezzo del suo agente, lo viene a sapere a fine 2022: “Mi è stato allora chiesto di rinnovare ugualmente. Risposi che ne avremmo riparlato. Dissi anche che gli eventuali premi non sarebbero stati un problema. Dissi che mi fidavo del presidente e che sarebbe stata sua discrezione gratificare eventualmente il mio lavoro. Il problema del contratto non esiste”. Una successiva interlocuzione sul rinnovo si è...
Fonte:
https://www.foggiatoday.it/sport/calcio/dimissioni-fabio-gallo-motivazioni.html