Gli insetti sono il cibo del futuro? L’Unione Europea ha dato il via libera alla commercializzazione di alimenti a base di insetti, ma sono in molti ad essere scettici, ne abbiamo parlato con il professor Paparella.
Intervista a Prof. Antonello Paparella
Ordinario di microbiologia alimentare presso l'Università di Teramo

Di solito tutto quello che è esotico esercita sempre un certo fascino. Cibo compreso. Adoriamo il sushi, il formaggio coi vermi, se siamo a Parigi assaggiamo le escargots perché fa chic e se facciamo un viaggio in Thailandia, per sentirci più local, una cavalletta fritta al mercato la mangiamo ben volentieri. Ma ora che la farina di grilli è diventata una realtà in Unione Europea (dal 26 gennaio scorso è stato dato il via libera alla sua commercializzazione) tutta la nostra esterofilia gastronomica è andata a farsi benedire. Eppure la farina di grilli e i prodotti derivati da altri insetti potrebbero essere una svolta anche dal punto di vista ecologico: si tratta di alimenti ad alto contenuto proteico e a basso impatto ambientale. "Il tema degli insetti come alimento è fortemente divisivo. – ha spiegato a Fanpage.it il professor Antonello Paparella, ordinario di Microbiologia degli alimenti presso l'Università di Teramo – Ogni notizia diventa motivo per scatenare reazioni contrastanti, dovute soprattutto al fatto che gli insetti non appartengono alla nostra cultura alimentare".
Siamo abituati al formaggio coi vermi ma l’idea della farina di grilli è ancora indigesta. Secondo lei perché?
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